« Ora sei libera, O » disse Anne-Marie. « Possiamo toglierti i ferri, il collare, i bracciali e cancellare il marchio. Hai i diamanti, sei libera di andartene ». O non piangeva, non si lamentava. Non le rispose. « Ma se vuoi, » aggiunse Anne-Marie « puoi rimanere ».

Pauline Rèage, Ritorno a Roissy

lunedì 9 marzo 2009

Un cuscino per terra.


Non so, forse sono io, oppure no... la prima volta che un uomo, era il mio ragazzo, aveva messo un cuscino per terra davanti ai suoi piedi, non avevo capito.
Eravamo seduti sul divano a casa sua, soli... i suoi erano fuori e sarebbero rientrati tardi. Eravamo molto eccitati, le nostre mani correvano suoi nostri corpi...
Ripensandoci, sembravano quasi in macchina, lui al posto di guida ed io al suo fianco... con la mano carezzavo la sua coscia, il suo petto;
sapevo già che lui me l'avrebbe presa con la sua e portata sul gonfiore dei suoi pantaloni. MI piaceva sentire la sua voglia, la sua erezione mentre le sue mani...
le sue mani si insinuavano sotto il mio reggiseno toccandomi e procurandomi piacere al contatto con le sue mani... i capezzoli erano turgidi.
La sua lingua saettava nella mai bocca, mi esplorava, si faceva succhiare, passava sui miei denti e poi cercava la mia lingua...
era una lotta tra le nostre lingue, ciascuna cercava di entrare nella bocca dell'altro... ma era la mia a soccombere quasi sempre...
sconfitta doveva cedere il passo alla sua, che entrava trionfante nella mia bocca, penetrandomi la cavità orale, facendomi presagire altri affondi.
Una volta che mi abbandonavo al mio conquistatore, lui cercava di aprire altri varchi nelle mie difese...
poi sentivo la sua mano carezzarmi i capelli, poi diventavano due mani che iniziavano a premere sulla mia nuca... spingendomi la testa verso il basso, giù...
adesso il suo sesso era lì davanti alla mia bocca... sentivo il suo odore che mi riempiva le narici, sentivo il calore del mio alito che si rifletteva sulla sua pelle.
Chiudevo gli occhi mentre le mie labbra si schiudevano per accogliere il suo sesso. Facevo il mio compitino con passione ma ancora avevo qualche riluttanza...
Paura che lui venisse in bocca... che non fossi sufficientemente brava... poi improvvisamente si alzò...
si mise in piedi e prese un cuscino da sopra il divano e lo buttò per terra davanti ai suoi piedi... ero certa che non aveva gradito il mio pompino...
Ma la sua erezione diceva altre cose... forse vuole fare subito l'amore, pensai, e mi sdraiai sul divano... dovette dirmelo esplicitamente...
INGINOCCHIATI SUL CUSCINO
quella fu la prima volta che ricevetti un ordine di tipo sessuale, anche se forse non era tale, e mi piacque tantissimo... quella posizione sottomessa...
ma che che mi rendeva anche padrona del suo piacere...
da quel giorno, vedere un cuscino per terra evoca in me piacevoli ricordi... e le mie ginocchia si piegano per poggiarsi sopra davanti al mio Padrone...
O

venerdì 6 marzo 2009

Devozione


Inginocchiati: il tuo padrone desidera usare la tua bocca. Desidera afferrare i tuoi capelli ed affondare tra le tue labbra il sesso gia' duro; desidera scavare fino in fondo alla tua gola, e poi spingere ancora, con forza, ritmicamente.

Tu lo accoglierai con devozione. Nel silenzio ci sarà solo il soffio dei vostri respiri.

Dopo averti usata per un tempo che non sapresti dire, lui allenterà la stretta sui tuoi capelli, estrarra' il suo sesso, lucido della tua saliva, e ti guarderà negli occhi. Ancora una volta, sarà orgoglioso della sua schiava. Asciugherà con le dita un filo di saliva che ti è rimasto sul mento; accarezzerà con la punta del fallo i tuoi capezzoli eretti, sostenendoti i seni con le mani. Si chinerà su di te, per baciare la tua bocca a lungo, con dolcezza. Poi offrirà ancora il sesso alla tua bocca, restando immobile.

Tu gli mostrerai tutta la tua devozione, prima baciando dolcemente la punta del suo fallo, poi accogliendolo tra le labbra e muovendoti come al ritmo di una musica che tu sola conosci, e poi ancora leccandolo avidamente lungo l'asta. Ti fermerai e guarderai il tuo padrone negli occhi, trepidante ma felice di essere sua, prima di ricominciare.

Quando sarà soddisfatto, lui ti stringerà contro di sè, ed affonderà ancora il sesso nella tua bocca. Lo sentirai pulsare, premere sempre piu' a fondo nella tua gola. Sentirai il suo seme sgorgare. E lui resterà ancora a lungo dentro di te, cingendoti la testa con le braccia.

Prima di allontanarsi, ti accarezzera' dolcemente sui capelli. Tu resterai con gli occhi chiusi, gustando il sapore del suo sesso, del suo seme, dentro di te.


lunedì 2 marzo 2009

Mio Sir Stephen ...


Mio Sir Stephen
La ringrazio per quello che dice di me...
Il fatto che Lei riesca a "leggere" i miei più reconditi pensieri mi turba e mi provoca uno stato d'ansia ma allo stesso tempo mi eccita sentirmi così "nuda" davanti a Lei...
Mi sento dominata da Lei... sovrastata, ma allo stesso tempo protetta.
A volte i suoi desideri, ordini per me, diventano mie necessità... quando mi chiede di fare qualcosa, qualcosa che mi colpisce, come un pugno allo stomaco, resto lì quasi stupita per la Sua richiesta... inizialmente mi sembra impossibile da accettare e poi...
vorrei perdere il controllo, rifiutarmi, ma poi quel fastidio provato per la richiesta ricevuta si trasforma in sottomissione, e poi nel piacere di essere sottomessa... ma non a chiunque...
sottomessa a Sir Stephen!!!
Quando Lei mi fece quest'onore, creare questo blog, indegnamente dedicato a me, ho provato un profondo senso di gioia... così come quando mi accettò come Sua proprietà... come...
come ogni volta che trovo un Suo messaggio che mi preavvisa delle Sue Esigenze, invitandomi (ordinandomi) di mettermi a Sua disposizione...
Io mi sento terribilmente attratta dalla Sua personalità, e non le nego, ed anzi qualche volta gliel'ho confessato, che ho desiderato che fosse Suo il membro che in quel momento riempiva i miei orifizi...
che fosse la Sua mano quella che esplorava le mie parti intime... che le Sue dita stringessero i miei capezzoli...
ho spesso desiderato sentire il sapore del Suo seme sgorgare nella mia bocca...

Sua O


domenica 1 marzo 2009

domenica 22 febbraio 2009

Sex toy con controllo a distanza

Anche oggi il tuo padrone ti ha ordinato di indossare un vibratore con controllo a distanza sotto le mutandine. Ormai sei abituata alle sue richieste. Sai cosa vuol dire sentire quell'oggetto prender vita all'improvviso, dentro di te, mentre sei al lavoro, magari assieme a dei colleghi. Devi dissimulare il piacere, stringere le gambe, restare in silenzio perchè la tua voce non ti tradisca.

Non è l'oggetto in sè la fonte della tua eccitazione: è la consapevolezza di essere un giocattolo nelle mani del tuo padrone; un giocattolo vivo, che lui conosce alla perfezione. Ma oggi hai un'importante riunione di lavoro, ed avresti preferito evitare tutto questo. Saresti tentata di disubbidirgli; ma sai che il prezzo da pagare sarebbe troppo alto: essere ignorata, forse per una settimana, forse per un mese ... scrivergli, telefonargli, implorarlo perchè ti perdoni, perchè torni a prenderti come sua schiava ...

Prima che la riunione cominci, lui ti chiama sul cellulare, e ti ordina di tenerlo acceso nella tua tasca. Capisci ancora una volta quanto lo ami, quanto desideri essere usata da lui. Ed il tuo sesso comincia a bagnarsi. Come fa spesso, lui attiva il vibratore piu' volte, ad intervalli, per qualche secondo, come se ti accarezzasse. E tu socchiudi gli occhi, concentrandoti sulle sensazioni che ti regala, immaginando le sue mani che azionano a distanza quello strumento.

Durante la riunione, ti siedi in un posto un po' distante dagli altri. I tuoi interventi sono brillanti, piu' del solito. I colleghi ti ascoltano con interesse; qualcuno con invidia. Il tuo padrone, che ti ascolta attraverso il cellulare acceso, non aziona il vibratore mentre stai parlando, come fa di solito per metterti alla prova. Evidentemente anche lui è molto interessato alle tue parole. Gli sms che t'invia dopo che hai finito di parlare ti fanno arrossire di vergogna, ma ti riempiono anche d'orgoglio. Questa volta messaggi del tipo "Brava la mia cagnetta" hanno un significato diverso dal solito: si tratta di veri complimenti. Dopo ogni sms, senti il vibratore muoversi dentro di te, ad intervalli, in modo da darti ogni volta piu' piacere.

Mentre ti abbandoni alle sensazioni che il tuo padrone ti concede, fai finta di concentrarti sui tuoi appunti; ma nascondere il tuo piacere diventa sempre piu' difficile. Le tue mutandine sono tutte bagnate.

Verso la fine della riunione, quando sei in piedi davanti a tutti per presentare le conclusioni del tuo lavoro, senti gli sguardi degli uomini fissi su di te. Sei sempre stata una donna molto sexy, e ti piacerebbe parlare a lungo, con calma, esibirti, godere della sensazione che ti danno gli sguardi di quegli uomini, fissi sul tuo corpo, mentre ti muovi lentamente nella stanza. Dopo qualche minuto, capisci che dovrai essere molto sintetica: con quello strumento tra le tue gambe, il tuo padrone non ti sta dando tregua. Hai la sensazione che il tuo sesso stia letteralmente colando.

Sei stata comunque molto brava: dopo aver finito la presentazione, i tuoi colleghi ti fanno un applauso, mentre tu ti scusi e lasci la stanza. Non riesci piu' a controllare la tua eccitazione.

Ti rifugi in bagno, ti siedi sul water, e col cellulare implori il tuo padrone di lasciarti venire. Capisci che non sara' cosi' facile. Lui ti chiede di attivare il video. Ora devi abbassare le mutandine, sfilare il vibratore e mostrargli il tuo sesso, tenendolo aperto con le dita. Provi assieme vergogna e piacere mostrandogli quel sesso aperto come un fiore, dai petali lucidi e rosati. Aspetti, mentre lui ti guarda. Speri che ti ordini di indossare di nuovo il vibratore. Ora, non è piu' uno strumento di tortura. Senti il bisogno che sia lui a darti il piacere che desideri. Non oseresti mai toccarti da sola, con le tue mani. Tremi. Punti il cellulare sul tuo viso implorante. Mugoli, come una cagnetta. Ma non basta: lui sa che ami fin troppo umiliarti davanti a lui.

Finalmente, ti ordina di indossare di nuovo il vibratore. Esegui, e punti il cellulare sul tuo viso. Ti concentri sul tuo sesso, in attesa. Ancora un altro ordine: devi aprirti per lui, dietro. Sai bene cosa vuol dire: lui ti usa spesso in quel modo. Bagni il tuo dito con la saliva, lo infili nel tuo ano, poi lo porti di nuovo alla bocca e lo succhi con volutta', guardando fisso l'obiettivo. Quel rituale porta al limite la tua eccitazione: hai sempre amato essere completamente aperta, pronta per il suo cazzo. Finalmente, senti il vibratore muoversi dentro di te, sempre piu' veloce. Basta qualche attimo perchè l'orgasmo arrivi, e ti liberi. Emetti un grido di piacere, un gemito forte, animale. Per un attimo, il vociare, il rumore di fondo dell'ufficio si abbassa: ti hanno sentita. Ti concentri sul piacere che lui continua a darti. Poi penserai ad una scusa per i colleghi.

sabato 7 febbraio 2009

Hiroshima Mon Amour

E' un bellissimo e struggente film di Alan Resnais sull'orrore della guerra e della violenza, e sulla forza dell'amore. Girato ad Hiroshima nel 1959, non è un film per tutti: contiene sconvolgenti immagini documentaristiche sugli effetti della bomba atomica. All'orrore della guerra fa da contraltare la dolcezza della protagonista, interpretata dall'affascinante Emmanuèle Riva.

La sceneggiatura è di Marguerite Duras, l'autrice di "L'amante della Cina del Nord". Il film racconta dell'incontro e della passione che nasce tra una donna francese, che ha perso in guerra l'uomo che amava, ed un uomo giapponese. In realtà il film racconta l'orrore della guerra, visto con gli occhi di una donna, ed il suo tentativo di esorcizzare la violenza con l'amore. I due amanti si separeranno: la donna non riesce a dimenticare il suo passato. Ma, grazie a quell'incontro, sembra trovare la forza di ricominciare a vivere.


Risveglio

Senti le mani del tuo padrone accarezzare il tuo sesso. E' bello risvegliarsi cosi', stando accanto a lui, dopo essere stata usata per tutta la notte. Ieri sera ti ha frustata; percorri delicatamente le natiche con le dita per sentire se sono rimasti dei segni.

Stai ancora ripensando al piacere della scorsa notte. Ma lui ti prende la mano per farti alzare. Lo segui controvoglia mentre ti guida verso il bagno. Senti il freddo delle piastrelle sotto i piedi nudi. Ti chiede d'inginocchiarti. L'hai fatto tante volte per lui, ma ... perchè qui, su questo pavimento duro e freddo?

Ti ordina di aprire bene la bocca. Poi estrae il suo sesso, già semieretto, lo avvicina alle tue labbra, e ti riempie la bocca di urina. Qualche goccia cade sui tuoi seni. Vorresti esprimere il tuo disgusto, la tua indignazione. Lo guardi con odio. Poi ti abbandoni sotto il suo sguardo dolce e fermo, dimenticando tutto. Capisci che ora devi ingoiare, cosi' come fai con il suo seme. Reprimi un conato di vomito, ed ingoi coscienziosamente, guardandolo negli occhi. Lui ti accarezza i tuoi capelli, ti sussurra parole dolci. Allora ti rimetti in attesa, con la bocca semiaperta, guardandolo con devozione.

Mentre la tua bocca viene usata come un vespasiano, senti la gola bruciare, gli occhi lacrimare. Ma uno strano senso di orgoglio ti pervade. Quando capisci che ha finito, lo guardi con occhi da bambina coscienziosa ed avvicini le labbra alla punta del suo sesso, per raccogliere un'ultima goccia. Lui ti trattiene, e spinge il sesso nella tua bocca. Lo senti gonfiarsi dentro di te, fino a diventare turgido, forte. Lui resta dentro di te, immobile, in silenzio, premendo forte sulla tua nuca con le mani. Allora anche tu lo stringi, con passione, cingendogli le natiche con le braccia. Sai di avere un odore orribile. Ma non sei mai stata cosi' felice.