« Ora sei libera, O » disse Anne-Marie. « Possiamo toglierti i ferri, il collare, i bracciali e cancellare il marchio. Hai i diamanti, sei libera di andartene ». O non piangeva, non si lamentava. Non le rispose. « Ma se vuoi, » aggiunse Anne-Marie « puoi rimanere ».
Pauline Rèage, Ritorno a Roissy
Pauline Rèage, Ritorno a Roissy
lunedì 2 febbraio 2009
Cio' che odi di piu'
Il tuo padrone ti aspetta. Quando arrivi nella sua casa, non puoi nascondere l'emozione, la gioia: tra poco sarai di nuovo nelle sue mani. Come sempre, sei senza mutandine. I tuoi capezzoli, gia' turgidi, premono contro la stoffa del vestito.
Arrivi un po' in anticipo; il tuo padrone ha ancora altri ospiti. Sono suoi amici intimi; ti conoscono, ti guardano con ironia. Il tuo padrone dice: "Sei un po' in anticipo, ma non fa nulla, anzi ... ". Poi ti guida nel salotto, sotto gli sguardi insistenti degli amici, e ti fa chinare su uno dei divani; un divano che conosci bene. Ti chiede di sollevarti la gonna. Le tue natiche sono nude, ora. "Allarga di piu' le gambe, per favore. E tieni il sedere piu' sollevato".
Il tuo viso, affondato nel divano, brucia di vergogna. Gli ospiti sono seduti su un divano basso e su delle poltrone, pochi metri detro di te. Sai che, con le gambe cosi' larghe, il tuo sesso è perfettamente visibile. La conversazione continua come se nulla fosse; ma tu senti che tutti gli sguardi fissi su di te. Ed il tuo sesso, lentamente ma inesorabilmente, si apre e si bagna. Cerchi, con movimenti impercettibili, di chiudere un po' le gambe, di spostare leggermente il bacino per nascondere la tua parte piu' intima. Ma senti la mano del padrone che, con un movimento dolce e fermo, ti allarga le gambe, ancora piu' di prima. Poi preme sulla tua schiena, all'altezza della vita, per farti inclinare il bacino e rendere il tuo sesso piu' visibile.
Aspetti, tesa e tremante, che gli amici si congedino uno ad uno. Quando restate soli, il tuo padrone viene dietro di te, ed infila le dita nel tuo sesso vergognosamente aperto, bagnato. Poi le porta alla tua bocca, senza una parola. Sai che sarai frustata per questo. Ma fai come è stato insegnato: le lecchi accuratamente.
Ciò che desideri di piu', ora, è una sua carezza del tuo padrone sul tuo viso. E sai che, dopo averti prima frustata e poi usata per il suo piacere, lui non te la negherà.
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Questo racconto èha tinte molto forti...
RispondiEliminamolto coinvolgenti... l'ho letto immedesimandomi nella situazione... il piacere di sottomettersi al proprio Padrone si scontra con la vergogna, l'umiliazione di sottostare anche a questi suoi voleri... si sa benissimo che si può essere soggette a certe cose però non sempre si riesce a somatizzarle...
questa ritengo che sia la situazione più gravosa per una schiava...
Sua O