« Ora sei libera, O » disse Anne-Marie. « Possiamo toglierti i ferri, il collare, i bracciali e cancellare il marchio. Hai i diamanti, sei libera di andartene ». O non piangeva, non si lamentava. Non le rispose. « Ma se vuoi, » aggiunse Anne-Marie « puoi rimanere ».
Pauline Rèage, Ritorno a Roissy
Pauline Rèage, Ritorno a Roissy
lunedì 2 febbraio 2009
Un altro preludio
La stanza è calda, in penombra. Il caminetto acceso emana un bagliore soffuso. Sotto il divano c'è un tappeto alto, soffice. Davanti al divano, un tavolinetto basso. Sul tavolinetto ci sei tu, nuda, pronta per essere ispezionata dal tuo padrone. Sei a quattro zampe, con la bocca socchiusa, le gambe leggermente divaricate. Sai di essere molto bella. La tua schiena è lievemente inarcata verso il basso, in modo da esporre meglio, alla luce tremolante del camino, il tuo sesso, il tuo ano. Il tuo padrone si avvicina lentamente. Accarezza il tuo viso, i tuoi capelli; scende verso i seni. Sa come far inturgidire velocemente i tuoi capezzoli. Quando le sue mani scendono verso il tuo sesso, tu ti apri ancora di piu', per offrirti a lui. Le sue mani esperte aprono le labbra del tuo sesso, poi le sue dita premono contro il tuo ano, che si apre docilmente.
Vorresti restare immobile, ma non riesci a reprimere un tremito.
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