« Ora sei libera, O » disse Anne-Marie. « Possiamo toglierti i ferri, il collare, i bracciali e cancellare il marchio. Hai i diamanti, sei libera di andartene ». O non piangeva, non si lamentava. Non le rispose. « Ma se vuoi, » aggiunse Anne-Marie « puoi rimanere ».
Pauline Rèage, Ritorno a Roissy
Pauline Rèage, Ritorno a Roissy
venerdì 6 febbraio 2009
Ospiti a cena
Di solito, quando il tuo padrone ti usa, preferisce che tu sia completamente nuda, o al massimo vestita con il tuo elegante collare nero.
Questa sera ti ha fatto indossare una ridicola uniforme da cameriera. La gonna, volutamente troppo corta, ti lascia le natiche scoperte. Sotto la gonna, come sempre, sei nuda. Sai che questa sera ci saranno ospiti a cena. Tremi cercando di immaginare cio' che ti aspetta.
Mentre riceve gli ospiti, il padrone ti tiene accanto a sè. I suoi amici conoscono i suoi gusti: nessuno resta sorpreso nel vederti cosi' abbigliata. Alcuni uomini ti fissano con desiderio, altri ti ignorano ostentatamente. Le donne ti scrutano con curiosità. Finora, il tuo padrone ti ha usata solo per sè: non sei abituata ad essere esibita come un oggetto di proprietà. Ad ogni nuovo sguardo, vorresti sprofondare. Il tuo viso avvampa per la vergogna.
Mentre chiacchiera con gli ospiti, il tuo padrone gioca distrattamente con il tuo sesso, come fa quando ti tiene vicina a lui. Come sempre, tu ti apri e ti bagni sotto le sue dita. Ma essere umiliata cosi', sotto gli occhi dei suoi amici, ti sembra davvero troppo. Eppure, uno strano piacere ti pervade. Sentirti cosi' esposta, esibita, ti dà un senso d'orgoglio, di sicurezza, che non avresti mai immaginato.
Ora sono tutti seduti a tavola. Come di consueto, tu sei in piedi, accanto al padrone, in modo che il tuo sesso sia a portata delle sue mani. Indicando uno degli ospiti, egli ti sussurra nell'orecchio cio' che devi fare. Arrossisci. Poi ti infili sotto il tavolo, e cominci a gattonare verso l'ospite.
Scopri il sesso dell'uomo mentre egli ti guarda, eccitato, in attesa. Non indossa biancheria intima. Capisci che il tuo padrone ha dato agli ospiti indicazioni particolari su come vestirsi. Ora ti concentri sul compito: reprimendo il disgusto, ingoi in silenzio quel sesso già turgido. Sai come far godere un uomo con la bocca: il tuo padrone ti ha ben addestrata.
Muovi ritmicamente la testa. Un sapore estraneo ti riempie la bocca. E ti accorgi di essere vergognosamente eccitata. Poi il seme sgorga dentro di te. E brividi di piacere percorrono il tuo ventre. Allontani la bocca da quel sesso e guardi l'uomo, con un'aria da scolaretta coscienziosa, mentre ingoi il suo seme, come il padrone ti ha insegnato. Ha un sapore piu' dolce di quello del tuo padrone. Ripulisci accuratamente con la lingua e con le labbra quel sesso, ora non piu' estraneo, prima di richiuderlo delicatamente nei pantaloni.
Quando sbuchi da sotto il tavolo, e ti rimetti in piedi accanto al tuo padrone, il tuo sguardo sembra impenetrabile. Lui ti afferra dolcemente i capelli sulla nuca e gira il tuo viso verso di sè. Ti guarda negli occhi. Capisci che a lui non puoi nascondere nulla. Sa quanto hai goduto accogliendo il sesso di quello sconosciuto.
Lui ti tiene per un po' accanto a sè, aprendo il tuo sesso (ora vergognosamente bagnato) con le dita. Poi ti indica una donna. Non ha bisogno di sussurrarti all'orecchio cosa devi fare. Mentre strisci sotto il tavolo, vedi la donna sollevare la gonna ed allargare le gambe, in attesa.
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Come una lama che affonda nel burro, così, proprio in questo modo, questo racconto squarcia il mio essere schiava... La sublimazione dell'obbedienza ad un Padrone. Una cosa è donarsi completamente a Lui, essere il Suo oggetto di piacere, altra cosa lasciarsi "regalare" ai Suoi amici... Sembra una cosa impossibile però quando capisci che il piacere del tuo Padrone passa attraverso queste umiliazioni, allora attraversi anche quel confine che sembrava impossibile. Essere esibita in questo modo, quasi ostentata provoca una scossa dentro, che ti fa vacillare... il fatto che Sir Stephen abbia deciso si "PRESTARE" la mia bocca al Suo amico mi crea imbarazzo, mi turba e mi eccita insieme... Devo impegnarmi, affinchè il mio Padrone sia fiero di me, desidero che il Suo ospite lodi Sir Stephen, anche per questo... la cena era ottima, il cuoco bravissimo, l'accoglienza splendida, in tutte le sue forme...
RispondiEliminaNon sono sicura se riuscirei a mettere lo stesso impegno per soddisfare la Signora Sua ospite...
Sua O
Mia dolce O, mentre scrivo voglio immaginarti in ginocchio tra le mie gambe, con la bocca che si muove delicatamente lungo l'asta del mio sesso eretto. Mi piace pensarti mentre ti muovi dolcemente, per darmi piacere, ma senza distogliermi dalla scrittura. Sai che, quando avro' finito, afferrero' con forza i tuoi capelli, ed il mio sesso scaverà fino in fondo alla tua bocca. O forse, sarai usata in un altro modo. E tu, da buona schiava, non vedi l'ora di aprirti per me, ovunque io desideri, per accogliere il mio seme.
RispondiEliminaSono orgoglioso di cio' hai scritto. Amo la tua trasparenza, il tuo candore nell'ammettere l'eccitazione provata nel soddisfare uno sconosciuto, sia pure su ordine del tuo padrone; e nel riconoscere di non essere poi cosi' sicura di riuscire a soddisfare una donna con lo stesso impegno.
Sapresti definire il sottile confine tra il tuo piacere di essere un docile strumento nelle mie mani, ed il tuo piacere di donna, di femmina, nell'accogliere il sesso di quell'uomo?
Ti ammiro per la tua sottile ironia della tua penultima frase: è bello pensare che, mentre sei in ginocchio tra le gambe di uno sconosciuto, dopotutto ti stai solo prodigando perchè tutti gli ospiti siano completamente soddisfatti, perchè la cena sia perfetta, perchè il tuo uomo sia orgoglioso di te. Come una qualsiasi brava moglie ...
Ti amo per il tuo essere insieme donna e bambina, moglie e schiava, santa e puttana.
Nel congedarmi, offro ancora il mio sesso alla tua bocca. So che saprai ben accoglierlo.
Tuo S.
Un cuscino per terra.
RispondiEliminaNon so, forse sono io, oppure no... la prima volta che un uomo, era il mio ragazzo, aveva messo un cuscino per terra davanti ai suoi piedi, non avevo capito.
Eravamo seduti sul divano a casa sua, soli... i suoi erano fuori e sarebbero rientrati tardi. Eravamo molto eccitati, le nostre mani correvano suoi nostri corpi...
Ripensandoci, sembravano quasi in macchina, lui al posto di guida ed io al suo fianco... con la mano carezzavo la sua coscia, il suo petto;
sapevo già che lui me l'avrebbe presa con la sua e portata sul gonfiore dei suoi pantaloni. MI piaceva sentire la sua voglia, la sua erezione mentre le sue mani...
le sue mani si insinuavano sotto il mio reggiseno toccandomi e procurandomi piacere al contatto con le sue mani... i capezzoli erano turgidi.
La sua lingua saettava nella mai bocca, mi esplorava, si faceva succhiare, passava sui miei denti e poi cercava la mia lingua...
era una lotta tra le nostre lingue, ciascuna cercava di entrare nella bocca dell'altro... ma era la mia a soccombere quasi sempre...
sconfitta doveva cedere il passo alla sua, che entrava trionfante nella mia bocca, penetrandomi la cavità orale, facendomi presagire altri affondi.
Una volta che mi abbandonavo al mio conquistatore, lui cercava di aprire altri varchi nelle mie difese...
poi sentivo la sua mano carezzarmi i capelli, poi diventavano due mani che iniziavano a premere sulla mia nuca... spingendomi la testa verso il basso, giù...
adesso il suo sesso era lì davanti alla mia bocca... sentivo il suo odore che mi riempiva le narici, sentivo il calore del mio alito che si rifletteva sulla sua pelle.
Chiudevo gli occhi mentre le mie labbra si schiudevano per accogliere il suo sesso. Facevo il mio compitino con passione ma ancora avevo qualche riluttanza...
Paura che lui venisse in bocca... che non fossi sufficientemente brava... poi improvvisamente si alzò...
si mise in piedi e prese un cuscino da sopra il divano e lo buttò per terra davanti ai suoi piedi... ero certa che non aveva gradito il mio pompino...
Ma la sua erezione diceva altre cose... forse vuole fare subito l'amore, pensai, e mi sdraiai sul divano... dovette dirmelo esplicitamente...
INGINOCCHIATI SUL CUSCINO
quella fu la prima volta che ricevetti un ordine di tipo sessuale, anche se forse non era tale, e mi piacque tantissimo... quella posizione sottomessa...
ma che che mi rendeva anche padrona del suo piacere...
da quel giorno, vedere un cuscino per terra evoca in me piacevoli ricordi... e le mie ginocchia si piegano per poggiarsi sopra davanti al mio Padrone...
O