« Ora sei libera, O » disse Anne-Marie. « Possiamo toglierti i ferri, il collare, i bracciali e cancellare il marchio. Hai i diamanti, sei libera di andartene ». O non piangeva, non si lamentava. Non le rispose. « Ma se vuoi, » aggiunse Anne-Marie « puoi rimanere ».
Pauline Rèage, Ritorno a Roissy
Pauline Rèage, Ritorno a Roissy
mercoledì 4 febbraio 2009
Webcam
Quando sei al lavoro, la webcam del tuo computer deve restare sempre accesa. Non è una regola aziendale: si tratta di un ordine del tuo padrone. Lui vuole poterti guardare, ogni volta che lo desidera.
Sai che la tua posizione deve essere sempre perfetta: bocca leggermente socchiusa, spalle ben dritte, per offrire i seni al suo sguardo, gambe leggermente discoste. A volte ricevi degli ordini, del tipo: "Chinati. Mostrami il seno attraverso la scollatura", oppure: "Punta la webcam sulle tue gambe ed allargale ... di piu' ... sì ... ora puoi tornare a puntarla sul tuo viso".
Ami eseguire i suoi ordini. Odi i suoi silenzi. Se ti lascia sola per troppo tempo, non riesci piu' a concentrarti sul lavoro, ed il tuo pensiero ritorna ossessivamente a lui.
Cio' che piu' speri, durante la giornata, è che ti mandi un messaggio, ordinandoti di recarsi da lui dopo il lavoro. A volte ti preannuncia che sarai punita. Non sai se è per qualche errore che hai commesso durante la giornata, o, semplicemente, perchè ha voglia di farlo. Ma ciò che più desideri è offrirti a lui, alle sue mani, al suo sesso. Tutto il resto non ha importanza. Ci sono giornate in cui attendi invano l'ordine di recarti da lui. In quei giorni, la vita ti appare piu' grigia. Senza di lui, la libertà ti pesa come un macigno.
...
Il tuo padrone ha in mente qualcosa di nuovo per te. Da quattro giorni ti ha negato il permesso di toccarti, quando sei sola. Anche quando sei a casa sua, e lui ti sta usando, se gli chiedi, con voce da bambina: "Posso venire, padrone?", ti risponde con un secco "No". Ieri sera ti ha usata a lungo per il suo piacere, senza permetterti di raggiungere il tuo. Poi ti ha fatto indossare un piccolo vibratore ed un paio di mutandine. Usando il telecomando del vibratore, ti ha portata piu' volte verso l'orgasmo, per poi fermarsi, lasciandoti ansante e frustrata. Alla fine ti ha congedata, ordinandoti di indossare sempre il vibratore, anche in ufficio.
Oggi, in ufficio, ti senti stupida con quello strano aggeggio tra le gambe. Cerchi di non pensarci. Ma, mentre sei al telefono con un collega, senti quell'oggetto riprendere vita dentro di te. Ti accorgi che quattro giorni di astinenza sono bastati a rendere il tuo sesso estremamente sensibile. Dal tuo ventre partono ondate di piacere. Non è solo per le vibrazioni di quell'oggetto meccanico: il fatto è che ami essere usata da lui, anche in questo modo ... Non passa molto tempo prima che la tua voce si alteri, il tuo respiro diventi ansante. Senti il tuo clitoride pulsare. Il collega al telefono ti chiede se va tutto bene. Controllando la tua voce per dissimulare il piacere, gli dici che è tutto a posto, ma lo richiamerai dopo. Il vibratore si ferma un attimo, per poi riprendere. Immagini che il tuo padrone stia scrutando il tuo viso attraverso la webcam. Quell'oggetto inserito nel tuo sesso riesce a portarti al limite dell'orgasmo, per poi fermarsi, lasciandoti ansante e con il viso disfatto.
Questo gioco perverso si ripete piu' volte, quasi sempre quando sei al telefono, o quando ci sono dei colleghi nella tua stanza. Immagini il tuo padrone che osserva, attraverso la webcam, la tua lotta per dissimulare agli altri il tuo piacere. Ogni volta ti porta piu' in alto, verso l'estasi. Ormai, le tue mutandine sono impregnate dei succhi del tuo sesso. Sei disfatta, hai gli occhi vitrei, le gambe molli. Il tuo sesso è indolenzito, ma sempre piu' sensibile.
Dopo il lavoro, devi recarti a casa sua. Ti fa togliere i vestiti e chinare in avanti, sul divano, in una posizione che conosci bene, con il viso che poggia sui cuscini, il sedere leggermente sollevato e ben aperto. Ti sfila le mutandine, impregnate dal profumo speziato del tuo sesso, e ti libera dal vibratore. Appallottola le mutandine e te le infila in bocca. Sai che ora ti frusterà.
Poco dopo, qualche lacrima comincia a scorrere sul tuo viso. Ma sul dolore delle frustate prevale il calore che inonda il tuo sesso, il bisogno impellente di esser posseduta. Quando ripone il frustino, sai che sta per prenderti. Ti apri completamente per lui, e resti in attesa, tremante. Ora, per te, non esiste nulla al di fuori del suo fallo, che comincia a penetrarti lentamente. Quando è completamente dentro di te, e le sue mani afferrano le tue spalle per spingerti verso di lui, lo implori di poter venire. Questa volta, te lo concede. Il tuo primo orgasmo, bruciante, sara' seguito da molti altri: lui ha appena cominciato con te.
Il giorno dopo, al lavoro, le tue natiche bruciano ancora per le frustate, ed i tuoi occhi sono sognanti. Non sei mai stata cosi' felice.
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